“I couldn’t even say what I write ‘about’, because I distrust the relationship expressed by the word ‘about’. I’d rather say that I write ‘toward’. Or perhaps ‘within’.”
Kathleen Jamie
Stamattina una poesia decisamente curiosa, scritta dalla scozzese Kathleen Jamie (1962), dedicata ai pipistrelli, che diventano metafora di un enigma dell’anima, pensieri improvvisi che svelano altre visioni possibili.
Indubbiamente gli studi filosofici hanno influenzato la sua ricerca poetica, spesso incentrata sull’aspetto trascendente della natura. In un’intervista sul Telegraph dice di aver letto la migliore definizione su di sé in una rivista, che in poche righe la descriveva esattamente come avrebbe desiderato: “Kathleen Jamie – somewhere between the Presbyterian and the Tao.”
In merito al testo, aggiungo solo una annotazione botanica: ignoravo l’esistenza degli abeti di Douglas, ho scoperto invece che sono una comunissima specie in Nord America, volgarmente nota come pino dell’Oregon, o molto più elegantemente douglasia costiera, nome derivato direttamente dal botanico scozzese David Douglas.
Pipistrelli
In mezzo al campo di pecore
un bosco di abeti di Douglas
tenevano tra loro, teneramente,
un’alta recinzione, come in un vaso.
Come avevamo potuto non accorgerci
Fino a oggi – solo che non avevamo visto
Questo recipiente chiaro, traslucido
Dipinto come un quarzo citrino?
Quello che osservavamo erano pipistrelli:
cinerei, friabili, che svolazzavano
nello spazio popolato in inverno dagli alberi
fino a che l’aria sembrò animarsi,
e i pipistrelli erano un corpo unico segreto
appuntito che testava un’idea,
per una nuova forma,
che si svelava, restava unita
davanti a noi. La mente del mondo è
proprio questi interstizi; cellule
che si caricano con l’aria fredda dell’alba,
– ci stavano dicendo questo?
– ma sparirono, improvvisamente
prima che fossimo in grado di capire,
e gli alberi diventarono un circolo,
elegante e muto.
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Pipistrelles
In the centre of the sheep-field
a stand of Douglas firs
hold between them, tenderly,
a tall enclosure, like a vase.
How could we have missed it
before today – just never seen
this clear, translucent vessel
tinted like citrine?
What we noticed were pipistrelles:
cinder-like, friable; flickering
the place hained by trees
till the air seemed to quicken,
and the bats were a single
edgy intelligence, testing an idea
for a new form,
which unfolded, cohered
before our eyes. The world’s
mind is such interstices; cells
charging with cool dawn light;
– is that what they were telling us?
– but they vanished, suddenly,
before we’d understood,
and the trees grew in a circle,
elegant and mute.
bellissimi versi! grazie
contenta che ti siano piaciuti…
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